🧨 Rubrica: Sfoghi Inutili per Anime Irrecuperabili
- lablusparrow1
- 30 mag
- Tempo di lettura: 1 min
Non ho molto da dire, se non questo:
Sembrate tutti gocce d’acqua.
Trasparenti, intercambiabili, debolmente rumorose solo quando sbattete tutte insieme contro un vetro.
O contro un televisore la domenica sera.
Vi hanno insegnato a chiamarla “identità”.Quel simbolino sulla maglia. Quella bio su Instagram. Quel filtro, quella fede, quella fazione.
Tutti in fila a scegliere da che parte stare, come se fossimo nati per schierarci e non per esistere.
E allora eccola lì, la parola magica: uguaglianza.
Che poi è solo un’altra illusione: abbiamo dovuto inventarla perché ci stavamo dimenticando che eravamo già umani.

Ma voi, no.
Voi volete riconoscervi, anche quando vi siete già dimenticati chi eravate.
Volete sentirvi veri, anche se per farlo vi serve una finta.
Una maschera. Un’idea. Un nemico da odiare. Un inno da cantare.
E io? Io guardo, e mi viene da ridere.
Perché più urlate “chi siete”, più vi fate piccoli.
Più vi definite, più vi cancellate.
Ma poi penso a Meruem.
Al Re.
Che solo nel suo ultimo respiro capì cos’era davvero:
qualcosa che non aveva più bisogno di un nome, di un ruolo, di una razza, o di uno scopo.
Solo sé stesso, finalmente.
Forse è lì che si trova la verità:
Nell’essere.
E non nel raccontarlo.
Nel silenzio dopo l’ultima mossa.
Nel fatto che non serve dirlo, quando lo sei davvero.
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