Curiosità – Quando ficcare il naso è un atto d’amore
- lablusparrow1
- 10 mag
- Tempo di lettura: 2 min
Oh guarda, un’altra parola da rigattiere.
Sembra innocua, vero? Curiosità.
E invece BOOM: dietro c’è una bomba latina che nessuno ti ha mai spiegato.
Curiosità viene da cura, che in latino non vuol dire "vai in farmacia e prendi una Tachipirina", ma prendersi cura di qualcosa, con intenzione, dedizione…

Il curioso non è un ficcanaso. È uno che ama. Ama sapere, ama capire, ama rompere le balle all’ignoranza. Si prende cura. Di sé, degli altri, del mondo, dei misteri. Anche dei gatti su internet.
E sai qual è la vera beffa?
Chi non si vuole bene… non è curioso. Perché?
Perché ha paura.
Perché si è spento dentro.
Perché preferisce vivere a bassa risoluzione, come un PDF scannerizzato male.
Curiosità: la droga legale per menti in cerca di guai
Hai presente quella roba dentro la testa che si accende quando senti “Perché l’ananas sulla pizza? ”Ecco. È lei. È la curiosità cognitiva. Una spinta naturale, una molla invisibile che ti lancia in avanti.
Una roba che:
Ti fa fare domande anche scomode (tipo: “Ma io cosa sto facendo della mia vita?”).
Ti apre mondi, ti accende sinapsi, ti dà i superpoteri senza radioattività.
Ti insegna che il “non lo so” non è una vergogna, ma un invito alla festa.
Curiosità è quando il cervello vuole fare sesso con la realtà. Vuole toccarla, annusarla, domandarle il numero.
E no, non è sempre positiva.
Ma anche l’amore lo fa.
Anche l’arte.
Anche la verità.
In sintesi brutale:
Se non ti fai mai domande, il problema non è il mondo.
Il problema sei tu, che hai messo in pausa il cervello.
Ma se ti fermi un attimo, anche solo un secondo…E ti chiedi:
“Perché sto leggendo questo articolo scritto da un rigattiere pirata che parla di amore e dopamina?”
Allora…Sei ancora vivo.
Bentornato a bordo, Sparviero.
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