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MASCHERA: tra fuliggine, fantasmi e ciglia da palcoscenico

  • lablusparrow1
  • 17 mag
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 20 mag

Ciurma, oggi si gioca a smascherare… la maschera.


Ebbene sì: quella cosa che indossiamo per Carnevale, a teatro, sui social, nelle relazioni e, diciamocelo, anche davanti allo specchio quando ci convinciamo di essere "ok".

Ma da dove viene questo termine così teatrale, inquietante e misteriosamente glamour?

Pronti per un viaggio etimologico tra streghe, burle medievali, mascara e fantasmi? Allora tenetevi forte alla nave.




🧙‍♀️ Dalla strega al fantasma al... mascara?


La parola maschera è una di quelle signore con più identità. Secondo alcune teorie, discenderebbe dal latino tardo “masca”, che vuol dire strega, fantasma nero, o ancora meglio: fuliggine con tendenze paranormali. Un po’ alla volta il termine si trasforma, aggiunge una "r" (perché il latino aveva la tendenza al restyling fonetico), diventando mascra, poi mascara...

…ed ecco che compare all’orizzonte il nostro amato mascara, protettore ufficiale delle ciglia drammatiche. Sì, proprio lui! Perché anche il make-up ha origini rituali e protettive. Altro che beauty tips: qua si parlava di magia nera e mimetismo sociale.


🐪 E se invece venisse dagli Arabi?


Un’altra pista la ricollega al termine arabo “mascharat”, che significava burla, buffonata, tipo la tua ultima relazione tossica .Questo senso più festoso e dissacrante arriva in Europa (probabilmente durante le Crociate), e si mischia col precedente significato funebre e ultraterreno.

Spoiler: il termine maschera compare nei testi anche prima delle Crociate, quindi forse erano già tutti confusi allora.

🤯 Un melting pot linguistico


Secondo il Dizionario Etimologico Italiano, “maschera” sarebbe un relitto del sostrato pregallico (che suona come una maledizione celtica, ma giuro è filologia), collegato al termine “baska”, da cui il francese rabacher – fare casino, fracasso, baccano.

Morale della favola?

Dentro la maschera convivono due anime:

  • quella del morto che vuole terrorizzarti;

  • e quella del giullare che ride mentre ti ruba il portafoglio.


🎭 Le 4 facce della maschera (e no, non è un film Marvel)


  1. Medico della peste. Altro che chirurgiche: nel Medioevo, a Venezia, i medici indossavano una maschera con un nasone pieno di spezie per filtrare i miasmi (cioè la puzza dei cadaveri).Nome in codice: maschera dello speziale. Eleganza e tanfo in un colpo solo.

  2. Uso religioso. La maschera era un portale per comunicare con il divino. Ti annullavi come individuo per diventare dio, demone o spirito guida.In Africa, però, occhio a portarle in casa: alcune maschere rituali non perdonano. E portano sfiga vera, non metaforica.

  3. Uso funerario. In Grecia, le maschere erano lo strumento per calmare i morti arrabbiati. Tipo “ecco, ti onoro con questa maschera, adesso smettila di infestarmi i sogni, ok?”

  4. Uso culturale e teatrale. A Lipari, nel IV sec. a.C., le maschere erano ovunque: nei vasi, nei riti, nei corridoi di scuola. Nel teatro greco, invece, servivano sia per dare volto al personaggio, sia per funzionare da cassa di risonanza: un amplificatore ante-litteram per far sentire la voce anche all’ultimo spettatore sulla collina. Ed è proprio grazie a questo utilizzo scenico che la voce “in maschera” entra nel mondo del canto lirico: tecnica vocale in cui il suono viene proiettato nei “mascheroni” del viso — zigomi, fronte, seni nasali — per ottenere maggiore potenza e brillantezza.

    Praticamente, una sessione di canto è una seduta spiritica tra muscoli facciali, diaframma e dèi del palcoscenico.


💀 Ma porta sfiga o no?


Dipende. Ecco le teorie principali:

  • Rispetto sacro: nel teatro antico, gli attori erano mezzi sciamani. Le maschere avevano poteri e non si scherzava con certe energie.

  • Disumanizzazione: nascondere il volto può significare perdere la propria identità. Tipo quando scrolli TikTok per due ore e non sai più chi sei.

  • Occulto e magia: in molte culture, la maschera è legata a rituali magici. E certe energie... meglio non svegliarle.

  • Paura dell’ignoto: la maschera cela. E ciò che non vedi, ti spaventa. Tranne quando è il saldo del conto corrente: lì preferiamo non vedere.


🧩 E ora tocca a te…

Quando diciamo “indossare una maschera”, non stiamo solo parlando di un oggetto. Stiamo evocando secoli di paure, riti, giochi, e metamorfosi. Ed è per questo che oggi ti chiedo:

Se non indossassi una maschera... chi saresti?

(Rispondi nei commenti o resta pure nascosto dietro quella faccia da teatro greco.)

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